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Le meditazioni di eVangelo

L'amore trionfa sull'amore


di aa.vv.
Trascritto da eVangelo

"Non temere; io sono il primo e l'ultimo, e il Vivente, e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell Ades" (Apocalisse 1:18)

Era impossibile, dice Pietro, che il nostro Signore potesse essere trattenuto dalla morte (Atti 2:24). Essa costrinse Cristo a soffrire; ma le acque amare della sofferenza non potevano spegnere il suo amore. Egli era la propiziazione per i peccati di tutto il mondo. Quindi, ogni uomo, persino quelli che Lo trafissero, sono compresi nel Suo grande amore.

Cristo morì, non soltanto per sconfiggere i peccato sacrificando Sé Stesso, ma anche per privare la morte dei suoi terrori. Nella morte, il nostro Signore Gesù distrusse sia il Diavolo che il suo potere; il principe di questo mondo è stato giudicato e privato del suo trono (Ebrei 2:14, 15; Giov. 12:31; 16:11).

Non temiamo i misteri della morte. Cristo ci ha mostrato che rappresenta l'accesso ad un'altra vita. C'è il medesimo spirito, ma in un ambiente diverso. È una condizione dell'esistenza in cui si odono le stesse voci e vi è la medesima comunione umana. Durante i quaranta giorni in cui Gesù si trattenne sulla terra dopo la Sua risurrezione, Egli illustrò molti particolari della vita dopo la morte, che seppero illuminare il suo mistero. Morire significa essere con Lui, ed esser accolti nella grande moltitudine degli spiriti amorevoli (II Pietro 1:11).

Non temiamo la solitudine della morte. L'anima che attraversa la valle oscur a diventa consapevole del fatto che Qualcuno è al suo fianco: "n sei con me". La morte non può separarci, nemmeno per un momento, dall'amore di Dio che è in

Cristo Gesù nostro Signore. Gesù morì da solo; Egli si sentì abbandonato; ma a nessuno di noi viene richiesto di passare attraverso quella terribile esperienza; poiché Egli disse: "Ritornerò e vi riceverò presso di Me".

Non dobbiamo temere ciò che avviene dopo la morte. La maledizione e la cond u nna del peccato sono stati cancellati per sempre. "Chi è che condanna? È Cristo che morì, anzi, è risorto". Quella che altri chiamano morte, noi la consideriamo nient'altro che sonno. Il nostro corpo giace esausto a motivo del lungo lavoro, in a t tesa di svegliarsi nella fresca mattina eterna in cui il nostro spirito sarà alla presenza della Sua gloria, senza colpa e ripieno di una gioia incontenibile (Giuda 24).


Data: 28/06/2007
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