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Le meditazioni di eVangelo

Non temere di scendere in Egitto (Genesi 46:1-7,26-34)


di RED
Trascritto da eVangelo

Possiamo immaginarci la stranezza e l'emozione dell'esperienza che Giacobbe stava vivendo. Aveva a lungo pianto Giuseppe come morto ed ora, improvvisamente, gli veniva riferito che non solo egli viveva, ma che addirittura egli era: «I1 governatore di tutto il paese d'Egitto».

Così Giacobbe, qui chiamato con il suo nuovo nome, Israele, parte alla volta dell'Egitto, per poter finalmente riabbracciare il suo figliuolo amato. Nell'andare non si dimentica, però, dell'Eterno e, giunto a Beer-Sceba, gli sacrifica le proprie offerte. Ebbe allora la certezza di stare agendo nella volontà e nel piano di Dio. In una visione l'Eterno gli parlò rincuorandolo dicendogli: «Non temere di scendere in Egitto».

È importante ricevere la benedizione di Dio sulle proprie decisioni, anzi, è indispensabile! Giacobbe ebbe la certezza che il Signore era con lui e noi pure avremo la stessa sicurezza, se ci ricordiamo del nostro Signore prima di ogni nostra decisione.

Ci siamo ricordati di Dio? Abbiamo presentato i nostri programmi all'Eterno? Gli abbiamo offerto il sacrificio della nostra lode?

Quante volte partiamo decisi per compiere chissà quale grande opera e poi, perché non abbiamo ricercato la volontà di Dio, siamo bloccati dalle circostanze e non possiamo «scendere in Egitto».

Certamente il più delle volte, i nostri propositi sono buoni, ma se essi non sono offerti, presentati, abbandonati nelle mani di Dio, sono destinati a fallire miseramente! A Giacobbe non venne destinata la sorte di Abramo ed Isacco, i quali scendendo in Egitto, furono umiliati e subirono le più abominevoli vergogne. Egli scese in Egitto con la certezza che il Signore lo stava accompagnando e che lo benediceva. Così in quella terra straniera assaporò la più grande gioia della sua vita: riabbracciare il proprio figlio pianto morto.

Dedichiamoci dunque alla ricerca dell'approvazione di Dio, perché solo così riceveremo quella certezza, quella forza, quella gioia che vengono da Dio e ci fanno essere vittoriosi in «Terra straniera».


Data: 22/05/2000
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