Marco 10:46-52 La nostra società è regolata da infinite norme di buona condotta, che si ispirano al gusto, al garbo, alle buone maniere che in ogni circostanza vanno salvaguardate. Si tratta di regole scritte, codificate in libri di galateo o anche solamente praticate in modo diffuso per tradizione. Ora, ai nostri giorni, un comportamento come quello del cieco di Gerico verrebbe definito quantomeno sconveniente e inopportuno; ma del resto, in quella circostanza, la reazione dei presenti non fu sostanzialmente diversa. Non si grida per le strade! Non si deve invocare Gesù ad alta voce, non è proprio il caso! Le reazioni vanno misurate, le situa¬zioni vanno affrontate con equilibrio., Può andar bene un pellegrinaggio presso qualche santuario rinomato, ma per carità, fate tutto in silenzio, ordinatamente, senza schiamazzi ed esagerazioni. Eppure davanti a Dio, situazioni estreme richiedono reazioni estreme, situazioni di bisogno particolare impongono contromi¬sure adeguate alla gravità delle circostanze, necessità speciali ci dovrebbero indurre a mettere da parte le "solite preghiere", non limitandoci ad inserire il bisogno del tutto particolare nel consueto elenco di preghiere di intercessione. Realtà di una particolare gravità andranno affrontate mettendo da parte ogni schematismo, abitudine o pigrizia mentale. Poco importa che per altri casi nel passato si sia "sempre fatto così". Arriva il momento di gridare, di richiamare con ogni mezzo l'attenzione di Dio, di supportare la nostra richiesta con misure eccezionali: catene di preghiera, digiuni, suppliche non condizionate dalle lancette dell'orologio, meditazioni e ricerca di una totale santificazione. Se abbiamo perso l'attitudine di urlare a Dio, forse è perché la nostra vita di fede si è ormai incanalata lungo binari rassicuranti, ma scontati, incapace di cambiare il passo e subire accelerazioni, incapace di infiammarsi per "strappare" a Dio le risposte. Impariamo da Bartimeo a riscoprire il valore di una supplica intensa, frutto di uno slancio sincero, mossa da una fede intensa. Torniamo a gridare a Gesù, non lasciamolo sfilare al nostro fianco, bisbigliandoGli solamente quello che si agita nel nostro cuore, ma facciamo giungere a Lui le nostre voci, intense, coraggiose, incuranti dei giudizi altrui, desiderosi solamente che il Signore oda la nostra voce e risponda alla nostra invocazione.
Data: 25/04/2009 Visite: 11135 | |
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