"Così dunque ognun di voi che non rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo" (Luca 14:33) In questo capitolo il nostro Signore pronuncia per tre volte queste parole solenni: "Non pub esser mio discepolo". Sono tre le condizioni per essere un Suo discepolo. Innanzitutto, dobbiamo essere pronti a dare la precedenza alle cose di primaria importanza; in seconda battuta, essere disposti a portare la nostra croce; e, in terzo luogo, separarci da tutte le cose per rimanere attaccati a Cristo. Le condizioni sembrano dure, ma bisogna rispettarle, se vogliamo essere ammessi alla scuola di Cristo. Discepolo significa allievo. Il nostro Signore è disposto ad insegnarci tutti i misteri del Regno di Dio; ma è inutile frequentare la Sua scuola se non siamo determinati a fare ciò che Egli ci dice. Mettere al primo posto le cose primarie. Quando il nostro Signore usa il termine odiare, vuole intendere chiaramente che l'amore che abbiamo per Lui dev'essere così intenso, che il nostro affetto naturale, al confronto, deve quasi sembrare odio. Nessuno deve aver amato la propria madre più di quanto fece il nostro Signore. Durante la Sua agonia mortale il Suo pensiero e la Sua cura furono rivolti a lei, ma in tre diverse occasioni Egli la mette completamente da parte. A volte siamo chiamati a mettere da parte coloro che ci sono più cari e vicini, se le loro esigenze contrastano con quelle di Cristo. La croce quotidiana. In ognuno di noi è presente il desiderio dell'autoaffermazione, pertanto si ripropone costantemente la necessità di rinunciare a sé stessi. Alcuni parlano del fatto di portare la croce come se si trattasse di una cosa estremamente facile, ma essa in realtà significa vergogna, sofferenza e dolore, che nessuno, se non Dio, può sopportare, e forse colpisce più intensamente le parti più profonde del nostro essere quando invecchiamo. Hai l'opportunità di apprezzare maggiormente l'unione con Cristo nella Sua morte, considerando le tristi vicende che affliggono molte persone che ti stanno attorno, quindi devi essere pronto, quotidianamente, ad arrendere la tua volontà e il tuo modo di pensare. Rinuncia. Può essere necessario rinunciare a tutto ciò che hai, come può accadere che Egli ti chieda di tenere ogni cosa e di esserne amministratore o garante, a Suo nome e per il bene di altri. Nessuno può sostituirsi nel ruolo che compete ad un altro. L'elemento essenziale da mettere a fuoco è questo: "Sono disposto a fare ciò che Cristo vuole che io faccia; a rinunciare alla mia volontà, in modo che Egli la modelli e a mettere da parte la mia vita affinché Egli operi attraverso di essa?". Se così è, tutto il resto si aggiusterà.
Data: 02/10/2007 Visite: 2755 | |
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