"Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16) Da bambini leggiamo "Alice nel paese delle meraviglie", ma al termine della vita ci ritroviamo ancora nel Paese delle Meraviglie! Forse c'è una verità più profonda di quella che considera la vecchiaia come una seconda infanzia, perché lo spirito fanciullesco vive per sempre in un paradiso di mistero, interrogandosi e meravigliandosi! C'è qualcosa di cui meravigliarsi nel ristretto ambito di questo versetto! Il primo è che Dio ci ha amato e ama il mondo. Non ci stupiamo di apprendere che Egli lo creò, poiché ad eccezione dei luoghi rovinati dall'uomo, esso è meraviglioso; né tantomeno ci stupiamo che Egli gli abbia assegnato un nome, visto che Dio chiamò ogni cosa per nome e conta le stelle. Il nostro mondo è così piccolo in mezzo alle miriadi di costellazioni, ma nonostante ciò è circondato e racchiuso dall'amore di Dio! La seconda meraviglia è che l'Unigenito Figliuolo venne a vivere con noi. Che questa terra fu calcata dai Suoi piedi; che Egli abbia assunto la polvere dell'umano nel tessuto della Sua natura divina. Tutto questo è meraviglioso e ci costringe a pensare che il nostro mondo dev'essere il perno dell'universo: la Sua infermeria, la Sua scuola e il terreno di prova. La terza meraviglia è che la vita eterna è alla portata di chiunque. Dio non ci offre la quantità ma la qualità della vita. Il tempo è un concetto imposto dalle nostre limitazioni umane e quindi un giorno cesserà. La vita eterna è un perenne ADESSO d'amore, di vita e di luce, godute in comunione con Dio. Ed è per chiunque! Ognuno di noi può mettere il suo nome nello spazio e dire: "Affinché io possa avere vita eterna". E così meraviglioso il fatto che questo pensiero non sia sta' inventato o suggerito dallo spirito umano. Esso ha l'impronta e il suggello di Di stesso, che ci ha creato a Sua immagine e somiglianza, al fine di diventar parte cipi della natura divina, essendo fuggiti alla corruzione che è nel mondo a moti della concupiscenza (cfr. Gen. 1:26; II Pietro 1:4).
Data: 02/10/2007 Visite: 3364 | |
|
|