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Le meditazioni di eVangelo

La terra ripiena del cielo


di aa.vv.
Trascritto da eVangelo

"Santo, santo, santo è l'Eterno degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!" (Isaia 6:3)

La prosperità del regno del Re Uzzia sembrava aver indebolito il carattere nazionale: una degenerazione profonda stava divorando le sue parti più vitali. L'estate ininterrotta di cinquant'anni di prosperità e di ricchezza aveva portato ad un decadimento morale che riempiva di costernazione il cuore del profeta. Fu con questa debole struttura mentale che Isaia entrò nel Tempio, dove il cerimoniale dei sacerdoti e dei Leviti, l'offerta del sacrificio, il canto antifonale dei cori, sembravano aver commosso il suo spirito.

La visione (vv. 1-4). Le limitazioni della prospettiva terrena svanirono dalla sua vista, e si accorse dell'adorazione dei serafini, il loro volto coperto davanti alla divina Maestà, la loro persona rivestita d'umiltà, e le altre ali pronte ad ubbidire immediatamente. Essi cantavano armoniosamente, incitandosi a vicenda ad una riverenza più profonda e ad una lode più estatica. Che lezione per noi! Che grande contrasto con la nostra adorazione letargica e la nostra ubbidienza spesso tardiva! Questo grande Dio è il nostro Padre celeste che conosciamo per mezzo del Signore Gesù Cristo, ma da parte nostra sappiamo dimostrare una riverenza ed una fiducia simili a quelle di un bimbo? Non siamo troppo spesso loquaci nelle nostre preghiere? Realizziamo il bisogno di avere dei cuori purificati e delle mani pure quando c'inginocchiamo davanti a Lui?

La chiamata (vv. 5-8). L'umile confessione del peccato deve diventare un nostro fermo proposito. Il serafino sapeva che c'era un'unica risposta. I carboni dell'altare avevano assorbito il sangue del sacrificio ed ora diffondevano un calore immacolato. Essi servivano per la purificazione e per l'ispirazione, e quando tutto questo venne completato, non c'era più motivo per procrastinare la chiamata al servizio.

La missione (vv. 9-13). Il profeta non doveva abbandonarsi alla delusione. Era chiamato a persistere nel portare il suo messaggio, anche quando si intravedevano soltanto bagliori di luce in mezzo alla più completa oscurità.


Data: 02/09/2007
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