"Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: Signore, quando t'abbiam veduto aver fame, o sete, o esser forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione, e non t'abbiamo assistito?" (Matteo 25:44) Non possiamo più servire il Signore come facevano i discepoli nei giorni della Sua incarnazione, quando Lo servivano con i loro mezzi. Ma Egli ha lasciato i Suoi rappresentanti, e qualunque cosa facciamo per loro Egli la considera come se fosse stata fatta a Sé stesso. Quindi noi siamo debitori verso tutti gli uomini; verso ogni membro della famiglia umana dobbiamo saldare una parte del debito infinito che abbiamo contratto nei riguardi del Figlio dell'Uomo (cfr. Rom. 1:14). L'elemento discriminante nell'aldilà, non sarà costituito dal nostro credere, non ci verrà chiesto, cioè: "Quanto credesti?". Non riguarderà neppure la devozione: "Quanto pregasti?". Ma sarà di tipo pratico: "Che cosa facesti?". L'apostolo Giacomo spiega che la fede viene dimostrata dalle nostre opere (cfr. Giac. 2:14-20). Non basta dire: "Signore, Signore!". Dobbiamo mostrare lo stesso spirito del Maestro nell'amore verso i nostri simili, altrimenti saremo respinti nell'ultimo giorno. I fratelli del Signore sono numerosi e sparsi in tutto il mondo. Ogni volta che incontriamo un affamato o un assetato, uno straniero e un senza tetto, un malato o un carcerato, incontriamo qualcuno che Egli chiama "fratello", "sorella". Aiutare uno di questi significa far fremere di gioia l'anima del nostro Redentore. Dobbiamo avere gli occhi dell'amore, pronti a discernere le svariate vesti che il nostro Signore può indossare. Si sostiene che quando Francesco d'Assisi stava cavalcando su un pianura, vide un lebbroso sul ciglio della strada, che chiedeva l'elemosina. Sceso cavallo, non soltanto gli diede del denaro, ma lo baciò sulla guancia. Mentre sta andandosene, riguardò quell'uomo e vide Cristo al posto del mendicante, e così re lizzò che gli era stato concesso di baciare il Signore stesso. Osserva che i santi generalmente non comprendono di aver fatto qualcosa direttamente per Cristo: "Signore, quando ti abbiam veduto?". Il fascino de bontà risiede nella modestia e nella riservatezza, come quello dell'infanzia ricercato nella sua incoscienza. Osserva, inoltre, che agli occhi di Cristo, rappre senti un crimine non praticarla. Mosè ricorda che è sbagliato fare il male; annuncia che lo è non fare il bene. Molti saranno respinti, proprio come un uomo getta via delle erbacce, non per aver violato i Dieci Comandamenti, ma per n aver adempiuto la Legge dell'amore. Consacriamo noi stessi al servizio di uomini, donne e bambini per la causa Colui che ci amò e diede Sé stesso per noi.
Data: 02/09/2007 Visite: 3122 | |
|
|