"Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi" (Colossesi 4:18) Al termine della dettatura, l'apostolo Paolo prendeva la penna dalla mano, A dello scrivano, per apporre la sua firma alla lettera. Vergandola di suo pugno conferiva a quello scritto la necessaria approvazione. Facendo così, egli metteva in contrasto la sua scrittura irregolare e maldestra con quella della mano veloce dell'amanuense, e quasi per scusarsi, accennava mestamente: "Ricordatevi delle mie catene". Era come se dicesse: "Non potete aspettarvi da un uomo che per t anni ha avuto i polsi serrati da una catena di ferro una scrittura simile a quella dell'epoca in cui era un allievo ai piedi di Gamaliele!". Egli fa riferimento allo stes so argomento trattato nell'Epistola ai Galati 6:11, dove parla del "carattere gros so» che aveva usato per scrivere di suo pugno. Ma in quel caso era a motivo de sua vista debole e non a causa delle catene. Ci sono altri legami, oltre alle catene di ferro, che ci impongono delle limi zioni. Molti di noi, considerando il proprio lavoro al termine della giornata, ve gono sopraffatti da un senso di inutilità. Nell'inginocchiarci davanti al nostro Signore, siamo costretti a dire: "Abbiamo iscritto il Tuo Nome sui cuori che si so aperti davanti a noi, come la mano sulla carta, con uno stile maldestro e irregola re. Perdonaci, e ricorda le nostre catene". Accettiamo le nostre limitazioni come parte della volontà di Dio. Non c'è al modo per ottenere pace o potenza, se non accettando la Volontà di Dio, senza f distinzioni tra ciò che Egli stabilisce e ciò che permette, ma credendo che entrambi i casi siamo in contatto con il proposito eterno per ciascuno di noi. Pa non dimenticò di essere prigioniero di Gesù Cristo. Egli credeva che per ogni li tazione nell'ambito fisico ci sarebbe stato un ampliamento sotto il profilo spiri tuale. La debolezza quaggiù, produce forza lassù; l'essere liberati continuamente alla croce, porterà alla piena fioritura della vita eterna. Facciamo tutto il bene che possiamo malgrado le catene. Paolo non fu in di continuare i suoi viaggi, ma vi erano comunque molte opportunità di se davanti a lui. Egli poteva pregare e lo fece (1:3; 2:1; 4:12) e poteva influenzare altri (Fil. 1:11-14). Impiegò quel periodo di riposo per delle epistole che sono s' una consolazione perenne per i cuori afflitti. C'è una porta più vicina a te di quanto tu possa pensare, è aperta sulla tua prigione, attraverso di essa Dio ti permetterà di renderGli un servizio veramente utile.
Data: 19/07/2007 Visite: 2221 | |
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