"Essendo manifesto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro ministerio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito dell'Iddio vivente" (II Corinzi 3:3) La vita dell'apostolo Paolo fu contrassegnata dall'incessante opposizione da parte dei suoi nemici e dei suoi denigratori che seminavano discordia nelle chiese che egli aveva fondato in Europa. Quando visitò Corinto, lo esortarono a farsi accompagnare da lettere di raccomandazione da parte dei capi della chiesa. Con comprensibile indignazione egli dichiarò: "Perché dovrei portare delle lettere, quando i miei convertiti, datimi dal Signore, circolano ovunque, con la firma di Cristo su di loro?". Certamente costoro rappresentavano una garanzia sufficiente per dimostrare che egli era stato incaricato dal Signore Stesso. Paolo descrive in maniera veritiera e intensa un discepolo di Cristo. Egli è una lettera autografa, l'Autore e Scrittore è il Signore Stesso: "una lettera di Cristo". L'inchiostro è "lo Spirito dell'Iddio vivente". La penna è l'insegnante o il predicatore del vangelo, "scritta mediante il nostro ministerio". La carta è il cuore e la vita: "Non su tavole di pietra, ma su tavole che son cuori di carne". Dovremmo essere credenti "a lettere maiuscole", e per far questo non è necessario vivere molto tempo nella nostra società o immaginarci come protagonisti in uno spettacolo per individuare la nostra attitudine al discepolato. Il messaggio della nostra vita dovrebbe assomigliare a quei grandi tabelloni pubblicitari affissi per le strade che tutti i passanti possono leggere. Il merito di una lettera ben scritta consiste nel saper scrivere ciò che si desidera nel modo più conciso e chiaro possibile. Qualche volta dobbiamo impiegare un po' di tempo prima di cogliere il significato principale espresso dal nostro corrispondente. Applichiamoci a rendere chiaro, conciso e inconfondibile il messaggio della nostra vita. Dobbiamo essere penne nella mano di Cristo: la bravura è unicamente di Dio, ehe ci rende ministri. La penna di Milton doveva soltanto essere ceduta nelle mani di sua figlia o ad uno scrivano, al quale il maestro cieco dettava le sue parole i immortali. I messaggi che dobbiamo scrivere sul nostro cuore e sulle vite degli uo mini non provengono da noi, ma da Cristo stesso. Se altri vengono usati più di noi, è soltanto perché risultano più adatti al ruolo da Lui prescelto.
Data: 28/06/2007 Visite: 2551 | |
|
|