"E chi non porta la sua croce e non vien dietro a me, non può esser mio discepolo" (Luca 14:27) Osserva la triplice ripetizione di queste parole solenni: non può esser mio discepolo (vv. 26, 27, 33). Per certi versi la Via della salvezza è assai facile. Uno sguardo di fede a Cristo, e riceviamo la vita eterna ed Egli ci assicura che non periremo mai. Ma la fede deve portare nel cuore del discepolo il suo germe: la tenacia, la determinazione e la decisione indomita di apprendere tutto quello che il Maestro intende insegnarci. Non siamo salvati soltanto dal peccato, ma anche in funzione dell'apprendimento. L'insegnamento è assolutamente gratuito ma per frequentare la Sua scuola con profitto vengono richiesti alcuni requisiti. Il discepolo deve disporre di una mente aperta ed obiettiva verso la grazia di Dio, la quale ci disciplina, insegnandoci a rinunciare ai piaceri della carne e a vivere in questo inondo rettamente, sobriamente e santamente. Quali sono le cose che dobbiamo t urare per essere Suoi discepoli? Un amore supremo (v 26). Il Signore non ci chiede di odiare le cose alle quali siamo uniti da legami naturali, ma di dare a Lui tutto l'amore di cui siamo capaci r, al punto che, tutto il resto dovrebbe essere come la luce delle stelle rispetto a quella del sole. Per amore Suo dovremmo essere disposti ad odiare tutti gli altri affetti che entrano in conflitto con l'ubbidienza nei Suoi confronti. L'abnegazione (v 27). Non dobbiamo semplicemente eliminare questa o quell Atra debolezza, ma mettere la croce di Cristo tra noi stessi e la gratificazione della nostra volontà. Dobbiamo essere disposti a seguire l'Agnello, come se il nostro vecchio uomo grida la sua ribellione. Uno spirito di rinuncia (v 33). Siamo pronti a considerare tutte le cose come una perdita se paragonate all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù nostro Signore? In realtà, Gesù ci restituisce tutto quello che è giusto e bello per metterlo al Suo servizio, ma dobbiamo lasciare la presa delle cose materiali. Abiurando al nostro diritto di proprietà, vogliamo essere disposti ad agire come amministratori di ciò che non ci appartiene. In realtà è soltanto questo che dà senso alla vita,che la rende veramente vivace e resistente alla corruzione.
Data: 10/06/2007 Visite: 2050 | |
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