"Ed egli mi ha detto: La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me" (II Corinzi 12:9) L'apostolo pare aver beneficiato di rivelazioni meravigliose da parte di Dio. Non soltanto in una o due circostanze, ma assai spesso, egli vide ciò che occhi umani non avevano mai visto, e udì parole che l'orecchio di un uomo non aveva mai potuto percepire. Dio però sapeva che per lui era necessario avere una sorta di "contrappeso", altrimenti avrebbe potuto diventare preda dell'orgoglio (v. 7). E impossibile dire con certezza in cosa consistesse quella spina o scheggia a cui egli fa riferimento. Probabilmente deve aver sofferto di qualche forma dolorosa di oftalmia. Lo deduciamo dallo zelo dei credenti della Galazia nell'aiutarlo sopperendo alla sua infermità (cfr. Gal. 4:13-17), e dal fatto che dipendesse da uno scrivano che redigeva materialmente le epistole sotto sua dettatura. Il suo dolore lo rendeva conscio della propria debolezza e sensibile alle infermità altrui. Lo spingeva ad avvicinarsi e simpatizzare con le persone verso cui esercitava il suo ministerio, che non conducevano di certo un'esistenza nobile, ma vivevano una realtà in cui i demoni s'impossessano degli uomini e tormentano gli afflitti. Le visioni che hai del paradiso devono restare transitorie. Distogli lo sguardo dalla cima del monte dove splende la gloria, proprio come fece il nostro Signore, al fine di servire le anime angosciate (cfr. v 4; Matteo 17:14-18). In tre diverse occasioni l'apostolo chiese al Signore di essere liberato dalla sua infermità. Per tutta risposta egli ricevette la certezza che anche se la spina non sarebbe stata rimossa, gli sarebbe stata comunque elargita la grazia sufficiente per vivere la sua vita di servizio, ed egli ne fu più che soddisfatto. Da una parte, ci fu un angelo di Satana che lo schiaffeggiò, ma dall'altro lato, egli guadagnò in mansuetudine e umiltà, sperimentando una grazia che non avrebbe conosciuto se non in una situazione di bisogno così profondo. Egli dunque accettò di buon cuore un'infermità a fronte della quale erano previste delle generose compensazioni. Non adagiarti frustrato dalle tue malattie e dalle difficoltà, ma vincile proclamando la grazia abbondante di Cristo e della Sua forza. Soltanto così, potrai compiere tutto ciò che ti era stato affidato, poiché la grandezza del tuo bisogno ti avrà indotto ad appoggiarti ancor più fiduciosamente sulle risorse infinite del Signore: "Egli dà forza allo stanco, e accresce vigore a colui ch'è spossato".
Data: 03/06/2007 Visite: 2794 | |
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