"Questa è la legge del nazireato: quando i giorni del suo nazireato saranno compiuti, lo si farà venire all'ingresso della tenda di convegno; ed egli presenterà la sua offerta all'Eterno" (Numeri 6:13-15) Consideriamo il caso di un nazireo che ha adempiuto il suo voto. Ha soddisfatto tutti i requisiti prescritti e la sua coscienza lo approva. Dinanzi a Dio e gli uomini è irreprensibile. Non potrà congratularsi con sé stesso e rivendicare in qualche misura un merito personale, visto che ha reso a Dio un servizio adeguato e fornito una testimonianza così importante? Le offerte da presentare a conclusione del suo voto - un olocausto, un'offerta per il peccato e un sacrificio di azioni di grazie - rispondono in modo solenne a questa domanda. Esse sottolineano la differenza fondamentale tra essere irreprensibili ed essere senza peccato. Dopo aver adempiuto il voto era irreprensibile; ma la necessità del sacrificio ci ricorda che il nostro servizio migliore è accettevole a Dio soltanto attraverso l'espiazione di Gesù Cristo. Ciò nonostante, è una benedizione sapere che i nostri bisogni sono pienamente soddisfatti in Cristo, e che in Lui siamo accettati e resi capaci di procurare vera gioia al Padre celeste. Lo sforzo di un bambino per compiacere il suo genitore è spesso imperfetto, ma quando questi vede l'impegno sincero a seguire la sua volontà, quel servizio viene accettato pienamente, e il cuore del genitore si riempie di gioia. Così, è un nostro privilegio essere nazirei e, attraverso Cristo, dare soddisfazione col nostro servizio al Padre celeste, per quanto questo risulti imperfetto.
Data: 30/04/2007 Visite: 2008 | |
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