"L'Eterno ha dato, l'Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell'Eterno" (Giobbe 1:21) I parenti di Giobbe erano morti e i suoi amici sembravano averlo dimenticato. Quelli che abitavano in casa sua lo trattavano come un estraneo; i servitori non rispondevano alle sue chiamate. Quel che è peggio, sua moglie stessa gli si rivoltava contro. Non meraviglia che gli osservatori esterni pensassero che Dio era diventato suo nemico. Eppure non era così. Con l'amore di un Padre affettuoso, il Signore vegliava continuamente; e quando la prova raggiunse il suo scopo di fronte alla liberazione fece posto a canti di giubilo. La benedizione che Dio diede al Suo servitore non fu poca cosa. Durante il tempo dell'afflizione Giobbe imparò lezioni che tutta la sua vita di prosperità non gli avevano potuto impartire. Gli errori commessi nell'irritazione del suo spirito furono corretti; la conoscenza di Dio venne approfondita e accresciuta. Giobbe esclamò che fino ad allora aveva sentito parlare di Lui, ma che ora i suoi occhi potevano vederLo; la sua conoscenza di Dio si era trasformata in una comunione personale. Dopo tutto questo, Giobbe visse centoquaranta anni, e vide i suoi figli e i suoi nipoti fino alla quarta generazione. Non potremmo dire che se la prosperità di Giobbe era stata una beata prosperità, anche la sua avversità fu una beata avversità? "La sera alberga da noi il pianto; ma la mattina viene il giubilo", e la notte del pianto porterà un frutto molto più ricco e permanente di qualsiasi giorno di gioia. L'ordine di Dio è: luce dalle tenebre.
Data: 28/04/2007 Visite: 2079 | |
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