Il Signor Gesù era stato chiamato da Marta e Maria,
perché il loro
fratello Lazzaro era malato e nella circostanza aveva detto: «Questa malattia
non è a morte ma per la gloria di Dio» (v. 4) i discepoli quindi, avrebbero
dovuta avere una buona dose di sensibilità spirituale per comprendere che Gesù
conosceva tutte le cose in anticipo, e quindi anche quello che sarebbe
accaduto a Betania; Gesù era venuto perché la Gloria di Dio «fosse manifestata
appieno». Cristo pur avendo un corpo umano era Dio, e si lasciava guidare dal
Padre; amava Lazzaro. È forse facile intuire la ragione dell'impedimento che
formulavano i discepoli: volevano essere, con le loro precauzioni più
vigilanti del Maestro? o forse perché paurosi, come Tommaso volevano evitare
«il peggio?» Gesù rispose: «Non vi sono dodici ore al giorno? se uno cammina di
giorno non s'inciampa .... ma se cammina di notte s'inciampa, perché la luce
non è in lui». Qui Gesù rivela che Egli è la Luce e sapeva quello che faceva e
che era venuto per operare, mentre «era in tempo».
In questo episodio c'è, senza dubbio, tanto
ammaestramento per noi e per i cristiani di tutti i tempi. L'opera di Dio
continua in ogni circostanza. La gloria di Dio si deve manifestare in ogni
tempo, anche usando te come strumento, ma occorre una consacrazione continua
della nostra vita a Dio, affinché guidati dallo Spirito Santo possiamo fugare
ogni timore o incertezza propria della natura umana. Il Signore il quale disse:
«lo sono la luce», disse anche: «Voi siete la luce» certo, luce riflessa.
Paolo, scrivendo ai Tessalocinesi dice: «Ma noi che siamo del giorno, siamo
sobri, avendo rivestita la corazza della fede e dell'amore e preso l'elmo della
speranza e della salvezza ...consolatevi ed edificatevi gli uni agli altri».
Abbiamo sopratutto l'assicurazione delle parole di Gesù: «un capello del vostro
capo non cadrà senza volere del Padre mio». Matteo 10:30. Operiamo dunque con
Cristo con fedeltà costanza ed amore «mentre è giorno».
1) Matteo 10:30
Data: 18/03/2000 Visite: 5634 | |
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