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Le meditazioni di eVangelo

Forestieri (Genesi 21:22-34)


di V.F.
Trascritto da eVangelo

In questo paragrafo troviamo qualcosa di meraviglioso, coloro che non conoscono il Signore, devono riconoscere che il cristiano ha un posto privilegiato. Abimelec disse: «Iddio è teco in tutto quel che fai». Non è soltanto il Signore che ce lo dice, ma il mondo stesso riconosce che il Signore aiuta quelli che confidano in Lui. È buono essere amici di coloro che sono amici di Dio, ed è questo il nostro desiderio di parlare ad altri di Gesù, affinché come noi siamo in comunione con il Padre, così pure gli altri siano in comunione con Lui. Abimelec voleva ottenere un'amicizia durevole e che questa potesse continuare con i suoi figlioli e nipoti.

Notiamo che Abrahamo fu pronto a fare l'alleanza con Abimelec perché trovò in lui l'uomo d'onore e di coscienza e che soprattutto aveva il timore dell'Eterno davanti agli occhi suoi.

Le sette agnelle che Abrahamo prese ci parlano di uno spirito di grazia verso coloro che ci sono stati ostili. La presenza di Dio con Abrahamo e la grazia dimostrata da lui risultano nel nome del pozzo scavato dai suoi servi.

Probabilmente «Beer-Sceba» (pozzo del giuramento) aspetta il tempo quando sarà notato da tutti che Dio è con il Suo popolo, ma nel frattempo dovremo porre un nostro nome a tutto quello che ci fa gioire in questo deserto spirituale. Abrahamo avrebbe potuto dare battaglia ad Abimelec ed ottenere vittoria, ma il modo col quale noi esaltiamo Cristo e rifiutiamo di dare luogo alle nostre reazioni proverà agli altri che Dio è con noi.

È meraviglioso l'ultimo verso del capitolo dove dice: «E Abrahamo dimorò come forestiero ...» è quindi appropriato chiamarlo: «Il pellegrino di Dio». Da quando uscì da Ur de' Caldei non troviamo mai un verso nella Bibbia dove costruì una casa. Tante volte però possiamo leggere: «Egli piantò le sue tende». Il cristiano ha per terra la patria celeste e possano le parole del cantico «Son straniero in questa terra sta la patria mia nel ciel ...» essere veramente vissute da ciascuno di noi nella propria vita quotidiana.

C.L.R.

18 Marzo

Lettura biblica: Giovanni 11:1- 16

«Se alcuno cammina di giorno non s'inciampa ... ma se cammina di notte s'inciampa».

Il Signor Gesù era stato chiamato da Marta e Maria, perché il loro fratello Lazzaro era malato e nella circostanza aveva detto: «Questa malattia non è a morte ma per la gloria di Dio» (v. 4) i discepoli quindi, avrebbero dovuta avere una buona dose di sensibilità spirituale per comprendere che Gesù conosceva tutte le cose in anticipo, e quindi anche quello che sarebbe accaduto a Betania; Gesù era venuto perché la Gloria di Dio «fosse manifestata appieno». Cristo pur avendo un corpo umano era Dio, e si lasciava guidare dal Padre; amava Lazzaro. È forse facile intuire la ragione dell'impedimento che formulavano i discepoli: volevano essere, con le loro precauzioni più vigilanti del Maestro? o forse perché paurosi, come Tommaso volevano evitare «il peggio?» Gesù rispose: «Non vi sono dodici ore al giorno? se uno cammina di giorno non s'inciampa .... ma se cammina di notte s'inciampa, perché la luce non è in lui». Qui Gesù rivela che Egli è la Luce e sapeva quello che faceva e che era venuto per operare, mentre «era in tempo».

In questo episodio c'è, senza dubbio, tanto ammaestramento per noi e per i cristiani di tutti i tempi. L'opera di Dio continua in ogni circostanza. La gloria di Dio si deve manifestare in ogni tempo, anche usando te come strumento, ma occorre una consacrazione continua della nostra vita a Dio, affinché guidati dallo Spirito Santo possiamo fugare ogni timore o incertezza propria della natura umana. Il Signore il quale disse: «lo sono la luce», disse anche: «Voi siete la luce» certo, luce riflessa. Paolo, scrivendo ai Tessalocinesi dice: «Ma noi che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestita la corazza della fede e dell'amore e preso l'elmo della speranza e della salvezza ...consolatevi ed edificatevi gli uni agli altri». Abbiamo sopratutto l'assicurazione delle parole di Gesù: «un capello del vostro capo non cadrà senza volere del Padre mio». Matteo 10:30. Operiamo dunque con Cristo con fedeltà costanza ed amore «mentre è giorno».

1) Matteo 10:30


Data: 17/03/2000
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