"Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo" (I Corinzi 11:1) Quale effetto ebbe la rivelazione di Cristo sull'apostolo Paolo? Subito dopo averLo conosciuto predicò Cristo in modo da condividere il Suo stesso vituperio e rigetto. Decise di non conoscere altro che Gesù Cristo, e Lui crocifisso. Abbassò sé stesso per quanto consentito ad un uomo. I vantaggi di nascita, di posizione, di cultura - in una parola, quelle cose che gli potevano sembrare utili e preziose - le reputò una perdita per Cristo; le considerò come scorie e spazzatura, per l'eccellenza della conoscenza del suo Signore. Pensiamo, se avesse preferito possedere una villa romana, con mura affrescate, fontane di marmo e statue o se avesse ricercato e ottenuto posizione e onori da cortigiano: avrebbe guadagnato o perso? Non ebbe dignità morale e gioie spirituali infinitamente superiori ai piaceri del mondo? Il suo esempio non continua oggi ad esercitare una potente influenza, anche dopo diciannove secoli? E tutte queste cose, per quanto grandi, non sono eclissate dal glorioso benvenuto che ricevette quando la spada di Nerone liberò il suo spirito per l'ingresso trionfale alla presenza del Re dei re? Ah, quell'accoglienza fu una gloriosa ricompensa, non acquistata a prezzo troppo alto con la sua vita di povertà e fatica sulla terra. Sentiamo ancora l'eco delle sue parole: "Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo"!
Data: 13/03/2007 Visite: 2874 | |
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