Con questa espressione l'evangelista definisce l'impressione sua e dei suoi condiscepoli della loro comunione con Cristo, «la Parola fatta carne». Queste parole, furono scritte molti anni dopo l'incontro con Gesù. Ora dopo la Sua passione, morte, resurrezione ed ascensione, egli ispirato dallo Spirito Santo parla della loro intimità con Lui. Erano vissuti con Cristo, avevano visto le Sue opere, Lo avevano osservato nelle diverse circostanze della Sua vita terrena e la loro testimonianza è riassunta nelle: «parole ...» «Piena di grazia e di verità». Questa frase è seguita da: «noi abbiamo contemplato la Sua gloria, gloria come quella dell'unigenito venuto da presso il Padre». Qui abbiamo il contenuto della Gloria sublime ed ineffabile di Dio. Gloria che si rivela al credente come completa grazia e completa verità, trovate in Cristo Gesù il divino creatore e Salvatore. Grazia e verità costituiscono il fondamento della nostra vita in Dio. Egli è grazia e verità. Queste due componenti della fede non possono essere separate, agiscono sempre insieme. L'azione divina verso l'umanità non può avere altra base che quella della perfetta norma della verità e dell'appassionato intervento della grazia. La gloria di Cristo si è appieno manifestata al Golgota dove Egli sofferse, quale verità perfetta che Pilato e il mondo incredulo ed indifferente di allora e di tutti i tempi, non hanno riconosciuto. Là ai piedi di quella croce Dio stesso rivelò la Sua grazia verso l'umanità peccatrice. Ecco ancora una volta il paradosso del piano divino della salvezza: la gloria del Re dei re e Signore dei signori che si manifesta sul crudele legno di una ignominiosa croce. Là, però, dobbiamo sempre tornare con il nostro pensiero ed i nostri affetti, perchè là; al Golgota, si sono manifestate appieno la perfetta grazia e la perfetta verità.
Data: 02/01/2000 Visite: 3758 | |
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