Sin dal principio Dio si è prefisso di comunicare con l'uomo. In questi versetti che stiamo meditando, leggiamo che Dio parla ad Israele rivolgendogli parole di riprensione, perché non cammina nell'osservanza della Sua Parola. Questo popolo doveva edificare una casa all'Eterno, ma dopo avere iniziato l'opera con zelo, viene scoraggiato dalle difficoltà e si abbandona all'inerzia ed alla pigrizia, curando unicamente i propri interessi. Le preghiere degli israeliti e la loro adorazione non erano più gradite dall'Eterno, perché la disubbidienza aveva ormai avuto il sopravvento: onoravano Dio a parole e non davano ascolto alla Sua voce. Nessuno rispondeva alla Sua chiamata e di conseguenza vennero rimproverati duramente al fine di ravvedersi e riacquistare lo zelo per le cose di Dio. Oggi, nella Sua infinita misericordia, Dio parla a noi nel Suo Figliolo Gesù Cristo. Se ci ravvediamo dei nostri peccati e accettiamo Gesù quale nostro Salvatore entriamo a far parte del popolo eletto di Dio. Egli viene così ad abitare direttamente nei nostri cuori e noi saremo quindi "il tempio dell'Iddio vivente", infatti è scritto che: "Dio non abita in templi fatti per opera di mani" (1). Riproponiamoci di diventare una "casa spirituale" dove, tramite lo Spirito Santo, possiamo offrire sacrifici di lode accettevoli a Dio (2). Non vogliamo apparire negligenti nelle cose di Dio ma accettare e realizzare pienamente l'amore di cui siamo fatti partecipi. Studiamoci di servire Dio "in novità di spirito" (lo stato della grazia) e non in "vecchiezza di lettera" (le condizioni di vita sotto la legge). Signore, aiutaci ad ascoltare la Tua Parola e a riceverla nei nostri cuori per essere benedetti, ora e per l'eternità. 1) Atti 7:48 2) cfr. 1 Pietro 2:5
Data: 27/12/2005 Visite: 6018 | |
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