La Parola profetica è rivolta, in prima battuta, non tanto ad una nazione pagana, ma direttamente al popolo di Dio. Coloro che per grazia sono stati liberati dalla schiavitù ricevendo la promessa di entrare nel riposo di Dio sono ora invitati a prestare attenzione ad un messaggio che contrasta con la loro chiamata, ma è tuttavia strettamente inerente alla loro condizione: "...le vostre iniquità sono quelle che hanno posto una barriera tra voi e il vostro Dio". È dunque questo lo stato in cui spesso i figlioli di Dio si vengono a trovare! Si aspetta la luce, ed ecco invece le tenebre, perché? La risposta è molto semplice: le nostre trasgressioni si sono moltiplicate al cospetto del Signore! Certamente abbiamo imparato da Israele a trovare delle scuse per giustificare il nostro peccato o per cercare di chiamarlo con un altro nome. Se convertendoci dalla nostra ribellione non ci rivolgiamo al Redentore affinché purifichi i nostri cuori, non ci sarà per noi alcuna benedizione ed il nostro cristianesimo avrà sempre la forma della pietà senza possederne la potenza! Giovanni Wesley sosteneva che "...c'è un pentimento ed una fede che sono richiesti dopo aver creduto nell'Evangelo in ogni momento del nostro cammino cristiano". Egli affermava inoltre che "...questo pentimento e questa fede sono necessari alla nostra continua crescita nella grazia come lo sono stati nel principio per il nostro ingresso nel Regno di Dio". Ricordiamoci, che se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi. Confessiamo apertamente a Dio dove siamo venuti meno e supplichiamolo con le parole di Davide: "O Dio crea in me un cuore puro!".
Data: 11/12/2005 Visite: 3143 | |
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