Il testo presenta una visione completamente diversa da quella contenuta nel capitolo precedente. Giovanni vede l'Agnello sul monte Sion e 144.000 persone che celebrano la loro redenzione, dopo esser passati attraverso la grande tribolazione finale. Mentre la moltitudine, che aveva adorato la bestia, porta sulla mano destra o sulla fronte il suo marchio (", i redenti che appartengono all'Agnello hanno sulle loro fronti, il nome dell'Agnello e il nome del Padre, e cantano un cantico nuovo. Questo cantico nuovo è l'espressione di ciò che essi hanno realizzato: la bontà, la fedeltà, l'amore di Dio che li ha liberati dalla condanna, strappati dalle mani di Satana, riscattati dalla terra, superando vittoriosamente la grande tribolazione e realizzando così le benedizioni del regno del Messia. Nessuno può cantare quel cantico se non chi ha fatto l'esperienza della liberazione divina. Quale cantico si innalza dal nostro cuore? È un lamento di insoddisfazione e di tristezza per i peccati dai quali non siamo riusciti a liberarci? Oppure è una melodia di gioia e di vittoria che sgorga da un cuore che realizza il perdono dei peccati e la pace con Dio? Se sentiamo di non poter elevare il cantico dei redenti, chiediamo al Signore di perdonare i nostri peccati, e di darci una vita totalmente nuova. Se i 144.000 israeliti che accetteranno Cristo durante la grande tribolazione riceveranno una così grande ricompensa, quanto sarà meraviglioso anche per noi il giorno in cui Dio stabilirà il Suo regno di giustizia. Se accettiamo oggi Cristo Quale Signore della nostra vita, avremo il privilegio di realizzare tutte le Sue promesse, nessuna esclusa. 1) Apocalisse 13:16
Data: 02/12/2005 Visite: 2872 | |
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