La gloria dell'Eterno sta per essere rivelata su tutta la terra (1)ed il cielo ne proclama la manifestazione che è tanto imminente da giustificare l'uso del perfetto al posto del futuro: "Il regno del mondo" appartiene ormai al Signore Gesù! (v.2). Gli anziani ripetono le parole della benedizione introduttiva (2). Egli è ormai per la strada, vicino al punto da poterlo già considerare arrivato: tutto il potere è saldamente nelle Sue mani; il regno è ormai assunto in modo stabile. Al furore delle nazioni fa riscontro la giusta ira di Dio (v.18). Questa espressione non indica un sentimento scomposto ed esagerato, ma il giusto sdegno di Dio nei confronti dell'uomo peccatore. Dio non rimanda per sempre l'ora del giudizio, anche se è sembrato tardare troppo a molte generazioni di Cristiani perseguitati. Ora "è giunto il tempo", non solamente dell'ira, ma anche della grazia per quanti hanno ricevuto la salvezza in Cristo Gesù. Il concetto di "premio", non indica una proporzione fra meriti acquistati e la grazia concessa, ma esprime l'atto misericordioso di Dio che salva dei peccatori, immeritevoli. "Quelli che distruggono la terra", avendola trasformata in un inferno, saranno invece travolti dalla inevitabile rovina finale.(v.19) "L'arca del patto" è il segno della presenza di Dio che non ha più ragione di rimanere nascosta in un tempio e che appare quindi a tutti i credenti riscattati da Gesù Cristo. Con questo capitolo si raggiunge il nucleo centrale dell'Apocalisse che ci presenta ora l'epilogo di tutta la storia degli uomini fino a giungere alla visione del più completo trionfo del nostro Signore e Salvatore. 1) cfr.lsaia 40:5 2) cfr. Apocalisse 1:4
Data: 24/11/2005 Visite: 2977 | |
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