Il profeta Isaia presagisce nei confronti di Babilonia, la grande città-stato del passato, il castigo divino, in particolare per i peccati di orgoglio e di superbia. Se da una parte ci sembra vengano evidenziati solamente gli effetti della giustizia di un Dio vendicativo, dall'altra bisogna considerare l'amore imparziale del Signore il Quale non manca di mettere in guardia contro le conseguenze negative di atteggiamenti e scelte errate. La civiltà, la cultura, la potenza economica e militare sembrano sufficienti a garantire la stabilità di una nazione. In effetti le cose non stanno così, proprio come dimostra l'esempio di Babilonia. Quella grande nazione conobbe un triste declino, esattamente come aveva profetizzato Isaia: bruciò e si estinse "come stoppia" senza lasciare "brace a cui scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi" (v.14). Malgrado i reiterati avvertimenti da parte di Dio, l'uomo continua imperterrito nel suo atteggiamento di arroganza, di orgoglio e di immoralità. Il Signore metterà fine a tutto ciò con il Suo intervento (1) "perché chiunque s'innalza sarà abbassato..." (2). Il nostro Redentore manifesta verso il Suo popolo un eterno e incommensurabile amore, gli riserva una speciale protezione esortandolo ad uscire da ogni confusione e a non contaminarsi col mondo, per non essere coinvolto nell'ira che sarà manifestata nei riguardi dei figlioli ribelli (3). Come credenti, continuiamo a confidare in Dio. Ubbidiamo alla Sua Parola. Come araldi dell' Evangelo, vogliamo testimoniare dell'opera che Cristo ha compiuto in noi e rendere noto quello che sta per fare. Ci aiuti il Signore ad essere all'altezza della chiamata ricevuta. 1) cfr. 1 Tessalonicesi 5:3; Apocalisse 18:5 2) Luca 18:14 3) cfr. Efesini 5:6
Data: 13/11/2005 Visite: 4622 | |
|
|