I martiri provenienti dalla grande tribolazione si ritrovano insieme agli angeli e agli anziani ad elevare a Dio la loro lode. Ogni dolore, paura e sofferenza sono cancellati, l'unica cosa che conta è la lode al Signore, che con la Sua meravigliosa presenza conforta i santi. Questa visione dovrebbe indurci a riflettere sulla nostra personale attitudine alla lode. Spesso trascuriamo l'adorazione perché ci facciamo trascinare dalle decine di richieste che dobbiamo presentare a Dio, dimenticando quanto sia importante iniziare la nostra giornata lodandoLo di vero cuore. La lode al Signore è spontanea, non è certo condizionata da una liturgia, ma sgorga spontaneamente dal cuore di quanti sono stati lavati col sangue dell'Agnello. Non si può sicuramente dare gloria a Dio con il dovuto trasporto, se non si è ancora realizzata la nuova nascita. La lode è un tributo reso al Signore, un tributo che Gli è dovuto poiché ne è degno. È normale, dunque, esaltare Colui che ha creato i cieli e la terra e governa l'Universo dall'alto della Sua sapienza. Dio, ci ha salvati donandoci il Suo Figliolo, per questo, e mille altri motivi, dobbiamo lodarLo incessantemente. La lode al Signore, oltre che in privato, dovrà essere resa pubblicamente dinanzi ai nostri fratelli in Cristo. Nell'Assemblea siamo chiamati a raccontare le cose grandi che Dio ha fatto, e quotidianamente compie, in noi e per noi, al fine di rallegrare ed incoraggiare i nostri fratelli. Non facciamoci frenare da considerazioni che nulla hanno a che vedere con la volontà di Dio, ma glorifichiamo il Signore con serenità e franchezza, nella preghiera, nella testimonianza e nella condotta pratica.
Data: 12/11/2005 Visite: 2187 | |
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