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Le meditazioni di eVangelo

"Il popolo che non sarà mai confuso" (Isaia 45:14-25)


di aa.vv.
Trascritto da eVangelo

L'uomo percepisce dentro di sé un innato sentimento religioso, non a caso un grande uomo politico disse a proposito del suo partito improntato all'ateismo: "Anche del nostro partito dobbiamo fare una religione". Questo è un errore imperdonabile: l'uomo anziché rivolgersi alla Parola di Dio si abbevera ad altre fonti e ne consegue quanto l'apostolo Paolo scrive in Romani (1). Egli cade nella più tremenda oscurità e nella più totale confusione arrivando ad adorare degli idoli che si costruisce con le proprie mani.

Alle volte ci siamo trovati avvolti in un turbine di vento, ed a stento siamo rimasti in piedi, non abbiamo visto più nulla ma la sensazione del vento era così reale che la nostra mente non è stata di certo assalita da alcun dubbio. Così, quando volgiamo lo sguardo attorno e solleviamo gli occhi verso il cielo, tutto ci parla dell'Onnipotente, della Sua opera e della Sua esistenza. La Bibbia dichiara: "Iddio è Spirito" ed allora è chiaro che finché saremo rivestiti di un corpo materiale non potremo vederLo. Del resto nessuno ha visto la corrente elettrica, ma nessuno dubita dell'esistenza di questa straordinaria energia. L'uomo accecato dal diavolo da sfogo a tutto il proprio scetticismo e a una inaudita presunzione riguardo all'esistenza di Dio.

Il popolo d'Israele e la Chiesa di Gesù Cristo vengono definiti "popolo del Signore", Antico e Nuovo patto hanno del resto la medesima fonte: questo Dio invisibile che abita in mezzo al Suo popolo.

Gli altri popoli idolatri sono confusi. Dove sono gli idoli dell'Impero Romano? Oggi non forse dei reperti collocati in qualche Museo? Ma il popolo d'Israele si è affidato all'unico Dio e non ne esistono altri. Egli e intramontabile, è l'unico Salvatore del mondo, e tutti i popoli dovranno ricorrere a Lui se vorranno essere salvati. Ma tutti coloro che ora Lo respingono, un giorno Lo dovranno incontrare e saranno allora atterrati dalla Sua presenza.

1) cfr. Romani 1:21-23


Data: 09/11/2005
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