In ogni uomo vi è 1a strana, quanto pericolosa tendenza, a far credere ai propri simili d'essere migliori di quanto si è in realtà. Questo atteggiamento, per quanto possa apparire assurdo, viene assunto anche nei confronti di Dio, ogni qualvolta ci si rende conto d'aver sbagliato e non si vuole confessare il proprio peccato. Questo è il principale motivo per cui alle volte si vive un'esperienza cristiana stentata che mette a nudo una condotta immatura. Cercare di nascondere il proprio peccato, anzi accettare di convivere con esso, è un vano tentativo di illudere e mentire a sé stessi ma tutto ciò non porterà a nulla di buono, il risultato è già scontato: non si potrà registrare alcun progresso. Non si arricchirà nelle vie del Signore e non si godranno le Sue benedizioni. Coprire il proprio peccato vuol dire restare sotto la maledizione di Acan, sul quale si abbatté il giudizio divino. Il Signore ci esorta a confessare il peccato senza timore, ma in piena fiducia, abbandonarlo, quindi senza alcuna esitazione. Non basta infatti essere restaurati dal Signore, occorre da parte nostra una precisa scelta per Lui. Nella nostra esperienza di credenti incontriamo ogni genere di difficoltà: non indietreggiamo mai, confessiamo apertamente e con prontezza ogni trasgressione per poi abbandonarla. Permetteremo così allo Spirito Santo di operare nella nostra vita. Cresceremo nelle Sue vie, verso la statura perfetta di Cristo Gesù. Se in quest'oggi riconosciamo di aver ignorato la voce dello Spirito Santo, che ci richiama alla confessione di un peccato in particolare, non indugiamo oltre, ma andiamo prontamente ai piedi del Signore.
Data: 28/10/2005 Visite: 2218 | |
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