Il Nuovo Testamento esorta ad essere sobri e temperati in ogni cosa. L'esortazione è estesa anche al mangiare ed al bere, infatti ogni credente dimostra la sua nuova natura anche dal modo di mangiare. Lasciarsi andare ad eccessi, in mezzo ad una compagnia chiassosa e con la mente confusa non è certo degno di un figliolo di Dio. Per un'atavica mentalità religiosa si tende a fare della vita cristiana un insieme di compartimenti stagni, cosicché in chiesa si assume un determinato atteggiamento di composta riverenza, mentre fuori ci si prende delle libertà non scritturali. Il modo di bere e di mangiare rientra in quest'ultima categoria di comportamento. Il proverbio scelto come testo di questa meditazione rivolge un richiamo ben preciso: ogni bevanda alcolica è pericolosa e lasciarsene sopraffare non è per niente saggio. Pensiamo un attimo a Noè. Che triste spettacolo diede ai suoi figli! Eppure non era certo un ubriacone, né un alcolista, ma un uomo che si è lasciato andare al bere. Noè, l'unico uomo giusto sulla terra, l'uomo con il quale Dio aveva stipulato un patto, giaceva a terra, senza alcuna dignità né ritegno. Il vino lo aveva schernito, si stava prendendo gioco di lui. Impariamo dalla Parola di Dio ad essere sobri, anche a tavola. Non permettiamo che il nemico ci beffi, ma cibiamoci con libertà e moderazione, con saggezza e buon senso, poiché possediamo la dignità riservata ai redenti del Signore. "E non v'inebriate di vino; esso porta alla dissolutezza ma siate ripieni dello Spirito Santo" 0). I) Efesini 5:18
Data: 08/10/2005 Visite: 2285 | |
|
|