Queste parole vengono indirizzate al Signore mentre agonizza in croce. Parole di scherno e di biasimo, provocazioni dei capi religiosi che non gli vengono risparmiate neppure in punto di morte. Ecco riproposta dall'avversario un'insinuazione concernente la dignità e le prerogative del Figliolo di Dio. La stessa voce che lo tentò per quaranta giorni nel deserto agli albori della Sua missione, lo tenta ancora in questo giorno. Una voce che interpreta tutto Lo scetticismo umano, e incapace di dare agli avvenimenti una lettura che non sia razionalista. Ma l'Amore, che non cede alle insistenti provocazioni, continua la sua preziosa opera sacrificale e, non soltanto rimane fisso su quella croce, ma implora alla giustizia divina perdono per coloro che nella loro sconsideratezza non sanno quello che fanno. Forse anche oggi, a distanza di secoli e malgrado la predicazione della croce sia conosciuta da quasi tutti gli uomini, non mancano quelli che si ostinano a beffeggiare Colui che si è dato per loro, onde salvarli dalla perdizione eterna. Ma vi sono, grazie a Dio, delle persone attente e riflessive che sanno soffermarsi davanti a quella croce, non per schernire ma per essere illuminati dall'Alto e cogliere il profondo significato di quel grande e sublime sacrificio vicario. Non ha salvato Sé stesso, ma gli altri! In questo gruppo, sono compresi tutti gli uomini che Dio vuole salvare nella brama del Suo amore. Noi vogliamo essere fra quelli che sanno vedere, in quel singolare sacrificio, l'amore supremo e incommensurabile di Dio, il Quale ha voluto farci partecipi della sua natura divina! Vogliamo corrisponderGli nella piena donazione di noi stessi con profonda gratitudine ed esultante consacrazione.
Data: 07/10/2005 Visite: 2224 | |
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