Questo brano racchiude un importante principio generale. L'uomo tende sempre al compromesso, poiché, essendo fondamentalmente egoista, vuole preservare i propri interessi e contemporaneamente, assicurarsi un futuro in cielo. Per questo motivo si tende sempre a spingersi ai limiti della legittimità biblica; e riuscire così a conciliare queste due realtà. L'autore ricorda che il fatto di esporsi a certi rischi porterà, inevitabilmente, a delle conseguenze spiacevoli. Non è pensabile di entrare in contatto con una fiamma senza che i vestiti prendano fuoco. Il Signore ci aiuti a comprendere che non è certo questo il modo di vivere il cristianesimo. Le Scritture sono chiare nel ribadire che la condotta morale del credente deve essere irreprensibile. Non soltanto, ma il desiderio di raccordare il "mondo" con la fede, vuol dire riproporre l'annosa questione di una zona intermedia, dove le contraddizioni e le diversità si annullano. Bene, tutto ciò è estraneo alla volontà di Dio! Tutti i pensieri di un credente, unitamente ai suoi sentimenti, debbono essere guidati dal Signore e volti alla continua comunione con Lui: "E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri... del rimanente fratelli tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode siano oggetto dei vostri pensieri" (1). Accettiamo questo consiglio e nel nostro cuore vi sarà pace e non fuoco, dimodoché non ci "bruceremo", ma godremo piuttosto della grazia di Dio e della Sua benedetta comunione. 1) Filippesi 11:7, 8
Data: 10/09/2005 Visite: 3642 | |
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