In ogni episodio del ministerio terreno del Signore Gesù Cristo vengono ribaditi dei principi fondamentali per i fedeli. "Abbiamo visto un uomo che cacciava i demoni nel nome tuo, e glielo abbiamo divietato". Il motivo che indusse i discepoli a prendere questa severa decisione nasceva dal fatto che quell'uomo non apparteneva alla cerchia ristretta dei discepoli che seguivano da vicino il Maestro. I discepoli vedevano in quest'uomo un concorrente, ed erano convinti che fosse legittimo bloccare la sua iniziativa sospetta. Quante volte la terra è stata bagnata dal sangue dell'intolleranza, questo male antico, che sino dall'alba del cristianesimo era già all'opera in mezzo agli stessi apostoli. Gesù non è venuto per salvare le persone e poi abbandonarle al loro destino come pecore senza Pastore, ma Egli stesso dice: "lo edificherò la mia Chiesa" (1). "Egli aggiungeva ogni giorno alla Chiesa..." (2). La comunità dei credenti non va quindi intesa alla stregua di un'organizzazione umana essendo un'istituzione ` Divina, che accoglie in Uno tutti i veri credenti. Il Signore valuta in modo positivo l'azione di quell'uomo che operava concretamente nel nome di Gesù facendo riverberare sul Maestro la gloria e il merito di quegli interventi miracolosi. Gesù non approva l'istituzione di un Cristianesimo frantumato, dove chiunque possa formare una conventicola a sé stante, ma plaude all'iniziativa di chi si fa araldo del Suo messaggio di vita e di liberazione. L'uomo del brano biblico stava operando nel Nome del Signore ed il lavoro che stava svolgendo non era un'attività che potesse disgregare la comunità dei santi. Gesù afferma il principio della libertà, vincolando, però, ad una realtà spirituale di sottomissione e coerenza. Stiamo attenti però a non imbrigliare l'azione dello Spirito Santo, correremo il rischio che i nostri pregiudizi nei confronti dei fratelli paralizzino l'opera di Dio. 1) Matteo 16:18 2) Atti 2:47
Data: 26/08/2005 Visite: 3148 | |
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