Si eviterebbero molte inutili beghe, se si tenesse più presente questo brano della Parola di Dio. Noi uomini, con tutto il nostro naturale carico di arroganza e superbia, alle volte riteniamo che la Chiesa del Signore sia una società retta dalle stesse passioni della società nella quale viviamo. Come i discepoli, crediamo che si debbano stabilire delle rigorose gerarchie valutando chi è più meritevole. Ci illudiamo di potere essere migliori di qualcun altro e di meritare posizioni di particolare onore in seno alla comunità. Ci si trova penosamente a sgomitare per un "posto al sole", accreditando i propri meriti o millantando le proprie qualità. Il Signore spiega, invece, che il metro di giudizio e la scala dei valori sono invertiti rispetto a quelli del mondo. Chi vuole essere il maggiore, dev'essere l'ultimo e il servitore di tutti. Questo vuol dire che non vi sarà mai un primo, in quanto chi ambisse a questo ruolo dovrebbe essere servo di tutti, e quindi ultimo. Un simile stato di cose è forse difficile da accettare, ma prospetta una realtà che tutti dobbiamo mettere in pratica. Essere servi vuol dire sovvenire alle necessità, dimostrandosi disponibili, essere, in una parola umili e silenziosi, pazienti e sottomessi. Il Signore ci aiuti ad essere servitori dei nostri fratelli, allontanando da noi ogni ambizione carnale ed umana. Sottomettiamoci a lui ed Egli non mancherà di aiutarci in ogni frangente della nostra vita.
Data: 24/08/2005 Visite: 2889 | |
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