C'è uno strano fenomeno al quale assistiamo silenziosamente oggigiorno. La sapienza trasformata in follia (v. 25). Assistiamo all'infrangersi delle speranze e vediamo come tutta la scienza dell'uomo non sia in grado, in realtà, di incidere sulle condizioni in cui versa l'intero genere umano. Dio vanifica le ambizioni del mondo e smaschera le frodi di chi annuncia una realtà sempre più bella per mano di un uomo sempre migliore. "Nessuno rientra in sé stesso, ed ha conoscimento e intelletto" (v. 19) così si esprime il profeta nell'osservare il quadro desolante offertogli dalle persone che gli stavano attorno. Dio mette a nudo l'impostura di molti annunci e l'insensatezza di coloro che proclamano un futuro radioso. Il saggio dovrà indietreggiare di fronte alla Parola di Dio che si imporrà a dispetto dell'indifferenza e dell'avversione che la circonda. Quando l'uomo cerca di svincolarsi dalla sottomissione all'Eterno, si ritrova paradossalmente tra le mani degli idoli. L'uomo che si allontana da Dio cade inevitabilmente tra le braccia di "divinità" frutto della sua stessa immaginazione e conseguenza inevitabile delle sue paure e delle proprie illusioni. Proprio quando si sogna libero ed indipendente si scopre sottoposto alle peggiori schiavitù. Non c'è alternativa! Se non poniamo l'Eterno come inizio, come principio fondante e ispiratore in grado di controllare e gestire tutta la nostra vita, Lo troveremo, nostro malgrado, come realtà ultima, alla fine di tutte le cose, in veste di arbitro e giudice di una vita totalmente sbagliata: "Io sono il primo e sono l'ultimo e fuori di me non v'è Dio" (v. 6).
Data: 13/08/2005 Visite: 4666 | |
|
|