In tutto il libro di Isaia, ma forse più che mai in questo capitolo, si intrecciano in modo quasi inestricabile messaggi di speranza e annunci di condanna, parole di giudizio e proposte di redenzione. Le due cose, peraltro, quando si ha a che fare con la volontà di Dio non possono andare disgiunte, anzi, dove finisce la misericordia inizia il giudizio e dove si esaurisce la pazienza divina subentra l'attesa della condanna. Due realtà, dunque, strettamente connesse non certo in contraddizione tra loro ma conseguenza inevitabile di un unico progetto, di una volontà precisa e ben delineata. Ma ciò che più d'ogni altro balza agli occhi in questo brano è la contrapposizione tra la nullità di coloro che deviano dalla volontà del Signore e la realtà di Dio l'unica sussistente ed eternamente valida. Da un lato dunque il nulla, la vacuità e la vita fatua di chi si astrae dalla Parola di Dio e dall'altro il Signore, "il primo che sarà sempre lo stesso" (v. 4). Non figura posizioni intermedie. Da una parte troviamo uomini che consapevoli di tutta la loro debolezza pongono la loro mano in quella di Dio per ricevere forza, soccorso e sostegno (v .10). Dall'altro lato incontriamo coloro che si ostinano ad affidarsi alla vanità delle loro visioni abbandonandosi a sogni di successo destinati ad infrangersi dolorosamente contro la realtà che si vorrebbe negare. "Tu sei il mio servo... lo sono il tuo Dio" (v. 10). Questi sono i ruoli che vogliamo tenere bene a mente come credenti. Questo è tutto ciò che conta nella vita di un uomo!
Data: 07/08/2005 Visite: 3193 | |
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