Il nome Ezechia significa: "l'Eterno è forza". Questo re fu chiamato ad esprimere in modo pratico il messaggio racchiuso nel suo nome. Agli inizi del regno, si dimostrò fedele, operando con coraggio per la causa di Dio. Si trovò a capo di un popolo sviato e corrotto, eredità lasciatagli dal padre Achaz. Ezechia viene descritto come un re che "fece ciò che giusto agli occhi dell'eterno". Dio si usò di lui per purificare il regno di Giuda dalle contaminazioni dei popoli pagani circonvicini, i quali avevano avuto un'influenza nefasta sul popolo di Dio. Ezechia mise mano alla riorganizzazione del sacerdozio ristabilendo il culto all'Eterno. Ad ogni cristiano viene ricordato che: "Dio ci ha fatti sacerdoti per offrire sacrifici di lode all'Iddio vivente e vero". Anche noi credenti del ventesimo secolo siamo dunque chiamati a ripristinare il sacerdozio universale, poiché "Dio ci ha fatto essere un regno e sacerdoti" (1). A questo punto Ezechia celebrò una Pasqua solenne. Il regno del Nord e quello del Sud, nel quale regnava, si riunirono per celebrare insieme il ricordo della liberazione dall'Egitto. Questa è profezia di quel vincolo fraterno, che tutti coloro che sono stati riscattati dal Sangue di Gesù, devono stabilire tra loro in un modo duraturo. Egli demolì infine gli altari ed i templi pagani, abbatté le statue e fece a pezzi il serpente di rame fatto da Mosè che nel frattempo era divenuto oggetto di un culto idolatrico. Fratelli e sorelle in Cristo, demoliamo anche noi gli altari che nel tempo abbiamo eretto a questo o a quell'idolo; rendiamo la nostra totale devozione all'Unico Dio, Vero e Santo, affinché Lui ne tragga la lode di cui è degno. 1) Habacuc 7:6
Data: 03/08/2005 Visite: 2396 | |
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