La fede di Ezechia e del popolo ottenne esaudimento. Il Signore, secondo la Sua divina sapienza, fece in modo che l'arroganza del re d'Assiria venisse punita, e che il mondo sapesse che Israele è il popolo di Dio. Ezechia, pure essendo il re d'Israele e quindi il suo conduttore, quando ricevette la lettera del re d'Assiria, seppe correre ai piedi del Signore. Quest'uomo sapeva ammettere la sua incapacità riconoscendo che il vero re d'Israele era in realtà il Signore. Lui solamente doveva prendere in mano la causa del popolo di Dio. Non esiste nella vita del credente un ambito nel quale Gesù non sia Signore: qualunque problema ci possa affliggere, dobbiamo presentarLo a Dio. Ezechia declinò le sue responsabilità regali dinanzi a Colui che governa tutto l'universo, sottopose la lettera che gli era stata presentata al vero Re del popolo. Allo stesso modo i credenti sono ambasciatori di Cristo e tutto il male e gli affronti che vengono rivolti alla Chiesa vanno riferiti a Cristo Gesù stesso. Come figlioli di Dio dobbiamo prendere coscienza di questa realtà. Portiamo ogni giorno il nostro peso al Signore, presentiamo a Lui i vituperi, che riceviamo per la testimonianza dell'Evangelo, poiché egli è il vero Signore della nostra vita e della Chiesa. Non facciamoci carico di pesi che non sono nostri, ma da fedeli servitori posiamo dinanzi al Signore il nostro carico ed aspettiamo la Sua liberazione.
Data: 30/07/2005 Visite: 2228 | |
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