Ogni uomo nella sua condotta si ispira a dei criteri, si impone delle regole, stabilisce determinati spazi alla propria azione. Ogni persona conosce un codice d'onore, un manuale delle buone maniere, dei principi di coesistenza civile e, in una parola, una legge naturale, non scritta che riguarda strettamente qualsiasi essere umano. Per quanto gli uomini cerchino di soffocare la verità con l'ingiustizia, l'apostolo Paolo ricorda che "essi mostrarono che quello che la legge comanda è scritto nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza" (1). Ogni individuo ha quindi conoscenza del bene, oltre che del male, anche se l'uomo naturale non è in grado di ricevere le cose dello Spirito di Dio (2). Ci accorgiamo, però, che solitamente la "misura" usata per gli altri è diversa da quella applicata a sé stessi. Si è molto lucidi e meticolosi nel mettere a fuoco i difetti altrui e nel denunciare le mancanze degli altri. Si fanno analisi spietate delle condizioni in cui versa il nostro prossimo, si è molto esigenti e ci si aspetta sempre molto dagli altri. Bene, Gesù ci ricorda che questo medesimo rigore, questa stessa severità verrà usata nei nostri confronti. Non si può pensare di essere puntigliosi con gli altri e indulgenti con sé stessi. La misura è unica ed il criterio sarà il medesimo. Guardiamoci dunque da ogni superficialità: non ci saranno due pesi, ma il criterio di valutazione usato da Dio sarà dettato dalla nostra consapevolezza e dalla serietà nel praticare ciò che è giusto e vero. 1) Romani 2:75 2) 1 Corinzi 2:14
Data: 09/07/2005 Visite: 2698 | |
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