Quando c'è l'opportunità di ricevere tutti tendono la mano. Quando si presenta un'occasione o si può trarre un vantaggio, tutti si fanno sotto. Così si spiega, probabilmente, la foga di quelle masse che accalcavano l'abitazione in cui si trovava Gesù con i discepoli. Ognuno con un bisogno, un problema o anche solo una curiosità da soddisfare si facevano avanti: in quel giorno, pensavano, avrebbero potuto ottenere qualcosa di utile. Volevano toccare, vedere, sentire, volevano la conferma dei loro sospetti o della loro speranza. Quella moltitudine pressava Gesù e i Suoi al punto da non consentire loro neppure di mangiare, del resto c'erano cose più urgenti a cui pensare: quegli uomini stavano vivendo giorni intensi e indimenticabili. Prima veniva l'opera di Dio, prima veniva il bisogno delle persone che stavano lì attorno. È così anche nella nostra vita? C'è chi è infastidito se il culto dura cinque minuti di troppo. C'è chi sbuffa se deve allungare la strada di cinque chilometri per accompagnare un fratello anziano. C'è chi si dimostra insofferente se vede sconvolto, anche in minima parte il suo tran-tran quotidiano. Ricordiamoci che il risveglio e la gloria di Dio non si sposano con un'esistenza cristiana vissuta al risparmio, ma vanno congiunte ad una vita fatta di disponibilità e anche rinunce pur di toccare con mano la potenza di Dio all'opera in noi e attorno a noi.
Data: 04/07/2005 Visite: 2320 | |
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