Quello in cui viviamo è un mondo di certezze granitiche? Quello che ci circonda è un ambiente che può vantare dei precisi punti di riferimento? Ci sono delle verità solide su cui fare affidamento? No! Niente di tutto questo! "Uno spirito di vertigine" (v.17) aleggia su tutte le imprese umane. Una sensazione di ebbrezza che alle volte fa apparire eccitante la vita ma che alla lunga si traduce in uno stordimento che offusca le coscienze e ottunde le menti. Viviamo in un mondo che barcolla alla pari di un ubriaco, che procede zigzagando, avanzando e retrocedendo privo di una meta precisa. Le parole riferite dal profeta Isaia all'Egitto si attagliano perfettamente alle condizioni nelle quali versa la società nella sua interezza. Il mondo di oggi ondeggia paurosamente, pare ogni momento sul punto di crollare, un mondo privo di lucidità e alterato in tutte le sue espressioni. Eppure in una realtà così disastrata il Signore sa far filtrare un raggio di speranza: verrà un giorno in cui "gli Assiri andranno in Egitto e gli Egiziani in Assiria" (v. 23). Verrà il giorno in cui l'Eterno si farà conoscere da tutti i popoli e i conflitti più esasperati e le situazioni più intricate troveranno in Dio la loro soluzione. Questo capitolo si conclude sovvertendo i toni cupi dell'esordio, assistiamo infatti ad un crescendo di annunci e rivelazioni che riguardano non solo Israele, ma il mondo intero. Verrà un tempo di concordia e di fratellanza, un tempo di pace e di armonia: ogni popolo sarà "il Suo popolo" ogni creatura riconoscerà di essere opera delle Sue mani e ogni uomo scoprirà di essere una preziosa eredità dell'Eterno.
Data: 23/06/2005 Visite: 2418 | |
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