"Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono". Simone e Andrea non dovettero riflettere a lungo prima di prendere la loro decisione. Ugualmente i figli di Zebedeo afferrarono in un attimo che era preferibile lasciare la barca e le reti e dare una svolta netta alla loro vita. Probabilmente qualcuno avrà biasimato quella decisione: ma come? Lasciano la loro attività? vanno incontro ad un futuro incerto abbandonando tutti i loro famigliari? È la solita voglia di avventura che anima i giovani! Stanno facendo qualcosa di cui dovranno pentirsi! Cosa sapevano quei giovani pescatori di Gesù? Cosa conoscevano di Colui che li stava chiamando? Quali garanzie poteva assicurare loro? Sono domande a cui non sappiamo dare una risposta. Ciò che possiamo dire di sicuro è che quei quattro Galilei reputarono quella chiamata un motivo sufficiente per mollare ogni cosa e andare con il Maestro. C'è una solerzia, una disponibilità, una prontezza nella reazione di quelli uomini che non può non indurci a riflettere sul modo in cui, di contro, sappiamo replicare da parte nostra alle chiamate del Signore. La prima reazione è spesso di sconcerto: come Signore stai pensando seriamente a me? Sei proprio sicuro che questo lavoro non lo potrebbe fare meglio quel tal fratello? In secondo luogo, quando abbiamo compreso che Dio si rivolge proprio a noi si corre a ricercare delle scuse, degli alibi: o Signore, non proprio ora, non da solo, non vedi le mie difficoltà e quanto poco tempo libero mi rimane? La differenza è tutta qui! Dove c'è un autentico slancio di fede, dove c'è un totale abbandono nelle mani di Dio la vita di un credente sarà esuberante, convincente e vittoriosa. Dove si lesina l'impegno e ci si defila quando si ode la voce del Signore avremo sempre un'esistenza problematica, una spiritualità debosciata e malaticcia. Quando Dio si rivolge a noi rispondiamo senza esitazione, replichiamo subito ora, proprio adesso mettendo a disposizione tutta la nostra vita.
Data: 14/06/2005 Visite: 2269 | |
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