Israele era un popolo ostinato, una nazione in cui la Parola di Dio pareva ormai dimenticata e la volontà dell'Eterno veniva sistematicamente trasgredita. È una situazione a cui purtroppo siamo abituati, viviamo infatti in un mondo di persone che cercano di mantenere accuratamente le distanze da Dio. Viviamo altresì in un mondo di persone fondamentalmente infelici, uomini tutt'altro contenti della vita che conducono e del mondo in cui sono inseriti. Viviamo in un mondo che vorrebbe opporsi all'ingiustizia, alle sofferenze, alle disuguaglianze sociali, alla morte, ma che spesso, peraltro, si limita a protestare e a criticare imprecando contro le avversità della vita. L'Eterno colpiva il Suo popolo, la Sua ira si abbatteva sulla nazione eppure essi non recedevano dalla perversità e dallo sviamento. Dio oggi assiste al naufragio di un mondo in balia di problemi ai quali non sa e non può dare una risposta. Alcuni imprecano di fronte a questa apparente passività di Dio dimenticando però un principio fondamentale: solo chi si mette alla ricerca del Signore, solamente chi fa ritorno a Lui, ritroverà il bandolo della matassa, comprenderà il senso della sofferenza e si abbandonerà fiducioso nelle mani di Dio sapendo che ogni cosa può contribuire, al di là delle apparenze, al Suo benessere materiale e spirituale.
Data: 05/06/2005 Visite: 2183 | |
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