Pietro, discepolo di Gesù, dopo il suo triplice rinnegamento nei confronti del Divin Maestro, sperimentò le dolorose conseguenze dei propri errori, "il gallo cantò ed egli si ricordò della Parola di Gesù. Egli uscì e pianse amaramente". 11 tentatore cercò di annientare la sua fede e la sua speranza in Cristo, "vagliandolo come si vaglia il grano", ma Gesù aveva pregato il Padre per lui e per tutti i suoi discepoli. Dopo la risurrezione di Cristo, Pietro fu ristabilito, Gesù gli disse: "pasci le mie pecore". Il giorno della "Pentecoste", insieme ai centoventi venne riempito di Spirito Santo, iniziò il suo apostolato e, alla scuola della sofferenza, imparò cosa fare per piacere al suo Signore e come servirlo, amando con tutto il cuore il gregge che il Signore gli aveva affidato. Durante gli anni del suo ministerio, sotto la guida dello Spirito Santo, egli consiglia instancabilmente agli anziani delle comunità di pasturare il gregge del Signore con amore e senza scopi materiali. L'apostolo Pietro, esercitò il suo ministerio senza alcuna avidità di guadagno, non conquistò nessuna posizione sociale di particolare prestigio, all'uomo zoppo che chiedeva l'elemosina alla porta del tempio egli disse: "non ho né oro, né argento". Ammaestrava le anime senza sfarzo od orgoglio, ma con umiltà, amore e piena disponibilità. Esortava i giovani credenti ad onorare e rispettare i fratelli avanti negli anni, vivendo una vita cristiana concreta, all'insegna dell'amore reciproco, mossi da un unico obiettivo "servire il Signore con perseveranza e fedeltà". Così facendo all'apparizione del "Sommo Pastore", ci verrà donata una corona che non appassisce: quella della gloria. Chiunque tiene viva questa speranza in Lui, si muove lungo il cammino della santità ad imitazione dell'Iddio Santo e puro.
Data: 23/05/2005 Visite: 2337 | |
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