Viviamo in tempi di profondo smarrimento. La deriva dei valori lascia dietro di sé un preoccupante disagio giovanile, un senso della moralità che è andato via via perdendosi e un diffondersi di ansia ed inquietudine a cui molti possono contrapporre solo qualche psicofarmaco. Anche ai tempi di Isaia i cedimenti morali andavano di pari passo con un diffuso senso di disorientamento. In quelle condizioni anche coloro che "sussurravano e bisbigliavano" (v.19), anche i negromanti e i pronosticatori trovavano ascolto, anzi, alle volte erano l'unico punto di riferimento rimasto ad una nazione che pareva vivere una amnesia collettiva. In Israele ci si ostinava a trarre dei responsi dai maghi mentre solamente Isaia e pochi altri erano rimasti come "segni e presagi da parte dell'Eterno". "Lasciate i morti seppellire i morti" diceva Gesù; solo i morti, in senso spirituale, possono infatti pensare di rivolgersi ed ottenere aiuto dai morti. Chi vuole vivere non può che riguardare all'Iddio vivente, tramite lo Spirito vivificante. Per una nazione non c'è futuro se non c'è chi grida: "Alla legge!". Se non c'è chi riconduca il popolo alla testimonianza che Dio ha reso di Sé alla Parola della vita. Senza la rivelazione di Dio non potrà levarsi alcuna aurora carica di speranza ma incalzerà un buio crepuscolo segno di una fine ormai prossima e inarrestabile.
Data: 02/06/2005 Visite: 2159 | |
|
|