Il peccato è da sempre un fattore di disordine e disgregazione. Il peccato confonde la mente, offusca la vista e rende sordi ai richiami di Dio. Il peccato suscita inquietudine, genera sensi di colpa procurando paura e angoscia. In Giuda, a quel tempo, il peccato aveva portato alla frantumazione di ogni ordine sociale e alla perdita della libertà. Il peccato non rimane senza conseguenze e soprattutto non viene lasciato impunito. In Giuda stavano toccando con mano gli effetti devastanti di tutte le loro ostinate trasgressioni. Il peccato trascina con sé una carica di irrazionalità che induce a compiere azioni assurde e vergognose. In queste pagine assistiamo al declino di un regno che aveva conosciuto periodi gloriosi ma ora stava toccando il punto più basso della sua parabola discendente. L'Iddio tre volte santo non potrà mai scendere a patti con un uomo o con una nazione che pensa di poter convivere tranquillamente con la propria condotta trasgressiva. Chi sceglie Dio, accetta di rinunciare al peccato, chi decide di vivere nel peccato si preclude definitivamente la possibilità di vivere eternamente con il proprio Signore e Creatore. Guardiamo a questo rovinoso declino del regno di Giuda considerandolo alla stregua di un momento per ognuno di noi. Un avvertimento e un richiamo, dicevamo, a non abbassare la guardia dimostrandosi indulgenti nei riguardi di ciò che Dio non può accettare. La santità "premia", la fedeltà "paga" sempre e Dio remunera già fin d'ora chi mette al bando il peccato dalla propria vita. L'amore di Dio e per Dio scaccia la paura, fortifica delle membra vacillanti dando ad un essere umano, gratuitamente, tutto ciò che veramente conta, tutto ciò che non avrebbe mai potuto comprare, guadagnare o meritare.
Data: 15/05/2005 Visite: 2339 | |
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