In poche righe scopriamo quanta attenzione, premura e limpidezza venga usata in questa delicata missione volta alla raccolta di fondi per i poveri della Giudea. Anche nei versetti precedenti, come in quelli che seguono, vengono messe in evidenza le doti di avvedutezza e prudenza necessarie in queste particolari occasioni. La conoscenza delle Scritture, deve andare di pari passo con l'applicazione pratica della stessa nelle varie circostanza della vita. Come per i diaconi chiamati (1), a svolgere un'attività esclusivamente pratica e apparentemente di secondaria importanza, anche a questo riguardo, notiamo che le persone incaricate del servizio devono essere zelanti e godere di buona testimonianza. Queste persone, a differenza di Tito, sono a noi sconosciute, il loro nome non è stato consegnato alla storia, la loro provenienza viene fatta passare sotto silenzio eppure non ci è ignota la loro testimonianza, essi sono: "la gloria di Cristo". L'anonimato non ha mai attratto nessuno ma una fama fine a sé stessa è in realtà ben poca cosa. Oltre a Tito, in questo brano troviamo un accenno ad almeno due credenti sconosciuti, dei quali sappiamo quanto basta: sono esempi viventi, che onorano il Nome di Cristo, sono dei delegati di chiese, che probabilmente hanno collaborato alla colletta, uomini degni di fiducia, eletti dalle chiese, zelanti e ripieni di fede. Queste poche righe ci fanno conoscere questi credenti, ufficialmente anonimi, e ci consentono di comprendere "di che pasta erano fatti" ma soprattutto ci mostrano che l'amore per il Signore era l'unica molla che li spingeva e l'unica cosa che animava i loro cuori. Ai cristiani di quel tempo ma anche i figlioli di Dio di oggi; si adattano mirabilmente le parole dell'apostolo Paolo: "sconosciuti, eppur ben conosciuti" (2). 1) cfr. Atti 6 2) 2 Corinzi 6:9
Data: 22/04/2005 Visite: 2272 | |
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