Dopo che l'Assiria aveva conquistato Samaria, Sennacherib salì contro tutte le città fortificate di Giuda, e le prese. Solamente la città di Davide non aveva capitolato e Rabshakè fu inviato dal re d'Assiria con l'intento di intimare loro la resa. Le provocazioni indirizzate ad Ezechia da Rabshakè, incutevano timore nel cuore dei Giudei e suonavano come una aperta sfida al re. "...In chi metti la tua fiducia?", schernisce Rabshakè. Ezechia vagheggiava l'aiuto dell'Egitto, che l'Assiro definisce una canna rotta, che fora le mani di chi vi si appoggia. In altre parole si trattava di un sostegno ingannevole, inconsistente che cela insidie per coloro che vi fanno affidamento. L'Egitto, nella terminologia biblica, rappresenta il simbolo del mondo e dei suoi richiami, ma è una realtà che ferisce e nasconde continui pericoli per il credente. "...In chi metti la tua fiducia?... Noi confidiamo nell'Eterno, nel nostro Dio". Forse si sono verificate delle situazioni di estremo bisogno, forse siamo stati assaliti dal dubbio. "Dov'è il tuo Dio?" (1). Talvolta soltanto in quelle circostanze abbiamo saputo mettere la nostra fiducia totalmente nel Signore. Possiamo anche trovarci in queste situazioni e venire quasi sopraffatti dalle prove e dagli attacchi del nemico, ma in simili frangenti dobbiamo ribadire in chi poniamo la nostra fiducia: "in Colui che ha fatto il cielo e la terra". Anche quando il nemico ci schernisce con le sue provocazioni, noi vogliamo riguardare "la gloria dell'Eterno, la magnificenza del nostro Dio". Per questo il profeta esorta: "Fortificate la mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: Siate forti, non temete! Ecco il nostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi" (2). Ricordiamoci sempre in chi abbiamo riposto la nostra fiducia. 1) Salmo 42:3 2) Isaia 35:2-4
Data: 13/04/2005 Visite: 2443 | |
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