Due popoli e due sovrani, una spiritualità e una cultura comune, una medesima vocazione, un unico Dio, eppure osserviamo come il regno d'Israele e quello di Giuda stessero vivendo delle situazioni profondamente dissimili. Da una parte, nel regno del nord, la continua disubbidienza aveva indotto l'Eterno a sanzionare quella ribellione con la distruzione di Samaria e la deportazione in Assiria. Dall'altro lato, sotto la guida di Ezechia, il regno di Giuda stava conoscendo un periodo di prosperità contrassegnato da significative vittorie sul campo di battaglia. Due nazioni limitrofe, dicevamo, eppure due esiti opposti: la completa rovina al Nord e la benedizione di Dio per Gerusalemme. Spesso, anche nella vita dei singoli credenti che vivono, gomito a gomito, si registrano simili squilibri: un cristiano che vive con allegria, mosso da una fede ferma e continuamente benedetto dal Signore, vive accanto ad un fratello un po' cinico, ipercritico, ombroso che si trova a dover affrontare continue difficoltà. Bene, in molti casi la differenza è data proprio da un'attitudine di fondo: dove c'è prontezza nell'ubbidire e nel consacrarsi, proprio come nella vita di re Ezechia, non tarderanno i positivi riscontri che accompagnano una vita di fede, di contro, un cuore che non sa piegarsi alla volontà di Dio impatterà, inevitabilmente, contro la giustizia e la santità del Signore, uscendone regolarmente malconcio. Schieriamoci dalla parte di Dio, accettiamo quel giogo dolce e meraviglioso, accettiamo la Sua signoria, facciamo pulizia nella nostra vita e con questo sentimento andiamo incontro ad una vita che il nostro Re saprà ricolmare di tutti i beni e di ogni grazia.
Data: 11/04/2005 Visite: 2346 | |
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