Achaz, re di Giuda, "...non fece ciò ch'è giusto agli occhi dell'Eterno...!" (v.2). Egli aveva il senso delle cose degli uomini, perciò si confidava nell'uomo (v.7), rifiutando l'assistenza di Dio (1). Purtroppo questa è la condizione, consapevole e meno, in cui si trovano molte persone, anche se ufficialmente si professano credenti. Quello che Achaz mise da una parte (v.14) era l'altare degli olocausti che Dio ordinò a Mosè di costruire "secondo il modello mostratogli sul monte" (2). La tendenza è sempre quella di mettere da parte il modello divino per sostituirlo con ciò che attrae e soddisfa lo spirito dell'uomo (vv.10, 18). Il modello divino dell'altare degli olocausti era una figura di Cristo; esso doveva essere di rame, metallo che nella Sacra Scrittura tipifica "il giudizio di Dio sul peccato". L'insieme di tutto quello che accadeva presso l'altare di rame ci parla della croce: "senza spargimento di sangue non c'è remissione..." (3); infine, ci mostra l'essenziale dottrina della sostituzione. Da una lettura superficiale del nostro testo, si potrebbe ricavare l'impressione che il re Achaz abbia fatto bene a confidare nell'aiuto degli Assiri. Infatti, questi ultimi sconfissero coloro che in quel momento lo minacciavano. Ma le cose andarono proprio così? Achaz fu veramente reso libero? La risposta la troviamo in 2 Cronache (4). Ciò che fece Achaz si può ritenere la vera essenza dell'idolatria. La praticano tutti coloro che non avendo il senso delle cose di Dio, si allontanano dai Suoi modelli, facendosi attrarre e sedurre degli esempi offerti dal mondo, che finiscono, immancabilmente, col condurli ad una totale rovina. 1) cfr. Isaia 7:3-7 2) Esodo 27:1-8 3) Ebrei 9:22 4) cfr. 2 Cronache 28:19-25
Data: 05/04/2005 Visite: 2340 | |
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