Dopo la caduta del regno d'Israele, la deportazione della maggior parte degli Israeliti, con l'elencazione sommaria dei loro peccati, vediamo come la nazione d'Israele venne popolata da gente straniera. La fusione degli Israeliti residui con queste popolazioni straniere ha dato al popolo di Samaria un'identità completamente diversa. Queste popolazioni erano fortemente religiose al punto di chiedere la presenza di sacerdoti, per imparare ad adorare "l'Iddio del paese". Insieme "all'Eterno", essi continuavano però ed adorare i propri dèi, ed ogni stirpe non cessava di rivolgersi egli idoli ai quali tradizionalmente era devota. Oltre a ciò: "temeveno anche l'Eterno" (v. 32), ma Dio è l'unico vero Dio, da non confondere con qualche idolo pagano o qualche divinità immaginaria. Egli è il Creatore, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che sarà. Il mondo di oggi è caratterizzato da una religiosità sincretistica pronta a qualsiasi commissione, che si illude di far convivere delle realtà inconciliabili. Le pratiche religiose, di vario genere, sono infinite, ma servono solamente ad offuscare agli occhi dell'uomo l'immagine dell'unico e vero Dio. D'altra parte, si deve anche riconoscere che molte persone sono realmente alla ricerca della verità e a costoro Iddio si vuole rivelare. La nostra vita cristiana può manifestare una pallida parvenza di religiosità, oppure mostrare chiaramente la presenza di Dio. Per realizzare questo, dobbiamo fare nostre le regole conclusive di questo capitolo: ubbidire a Dio, osservare i Suoi insegnamenti, I precetti, le leggi e ricordarci del patto stabilito con Lui. Tutto questo non si tradurrà in un'arida pratica religiosa, ma in qualcosa che saprà coinvolgere tutto il nostro essere, perché il cristianesimo non è religiosità applicata, ma comunione reale con il Dio vivente.
Data: 09/04/2005 Visite: 2275 | |
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