La figura di Manahem evoca l'immagine di quei credenti che pur di vedere realizzati i loro progetti acconsentono a qualsiasi compromesso, facendo assegnamento su persone da cui sarebbe molto meglio diffidare. Il profeta Geremia a questo proposito non usa mezze misure: "maledetto l'uomo che confida nell'uomo". Manahem, nel momento del pericolo invece di accostarsi con fiducia all'Eterno, si appoggiò, a Pul re d'Assiria, offrendogli del denaro, affinché questi lo aiutasse ad assicurare nelle sue mani il potere reale. Il re Asa fu aiutato da Dio, quando Zera l'etiopo, lo affrontò con un esercito forte di un milione di uomini e trecento carri. Egli pregò, con la certezza che l'Eterno sarebbe intervenuto in suo favore anche se le forze nemiche erano di gran lunga preponderanti. Iddio esaudì quindi la preghiera del re Asa, il quale riportò una grande vittoria(1). Quando Baasa, re d'Israele mosse guerra ad Asa, questi, malgrado avesse ottenuto risposta da Dio, dopo averLo invocato una prima volta, non si rivolse nuovamente all'Eterno per essere soccorso, ma chiamò in suo aiuto Ben-Hadad, re di Siria, offrendogli oro e oggetti preziosi prelevati dal tempio. Fece incarcerare il veggente Hanani perché gli aveva rivolto un richiamo da parte di Dio. Così Asa si allontanò dall'Eterno e si ammalò, ma ancora una volta non si rivolse a Colui che avrebbe potuto sanarlo confidando piuttosto nei medici (2). A pieno titolo, il profeta Geremia (3), esorta il savio il forte e il ricco a non gloriarsi, poiché l'unico vanto è quello di avere intelligenza e conoscere l'Eterno. Per concludere, leggiamo ciò che afferma l'apostolo Paolo: "Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica(4). Che diremo dunque di fronte a queste cose? Chi ci potrà separare dall'amore di Cristo? (5). 1) cfr. 2 Cronache 14:10-11 2) cfr. 2 Cronache 16 3) cfr. Geremia 9:23-24 4) cfr. Filippesi 4:13 5) cfr. Romani 8:31, 39
Data: 26/03/2005 Visite: 2324 | |
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