L'apostolo Paolo godeva di particolari privilegi all'interno del Suo popolo, che proprio dal punto di vista religioso lo qualificavano ed elevavano socialmente. Questi privilegi, che certamente sarebbero stati ambiti da molti suoi contemporanei, egli "li reputa tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo". Quanta determinazione impieghiamo per ottenere una certa posizione sociale o una determinata responsabilità, che ci procureranno il rispetto di coloro che ci stanno attorno? Investire il nostro tempo in questa direzione è un grave errore, Poiché vuol dire mettere da parte il Signore. Il Nuovo Testamento insegna che i credenti sono stati insigniti del sacerdozio universale, ognuno di loro perciò è stato chiamato ad essere un elemento attivo nella Chiesa ed un valido testimone dell'Evangelo. L'attività professionale del credente, la sua posizione sociale, la sua cultura sono realtà che devono essere vissute in funzione della testimonianza dell'Evangelo. Se il Signore ci ha posti in una determinata situazione e ci apre certe porte è perché vuole che in quei luoghi testimoniamo dell'Evangelo e non che ci gloriamo di particolari onori perseguendo unicamente degli interessi personali. Dinanzi alle parole di Paolo chiediamoci se siamo disposti a considerare spazzatura tutto ciò che riteniamo importante ed il nostro stesso futuro, pur di rimanere fedeli al Signore. Si noti che l'apostolo usa il termine spazzatura, indicando dei rifiuti inadatti a qualunque uso. Siamo disposti a sacrificare tutto questo pur di servire fedelmente il Signore? Oppure dobbiamo ammettere dolorosamente che non potremo fare a meno della spazzatura?
Data: 15/03/2005 Visite: 2150 | |
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