Molti credenti hanno un concetto del sacrificio del tutto personale, e spesso accomodante. Alcuni si dicono disposti ad atti di autentico "eroismo" cristiano, pur di rimanere fedeli al Signore, ma al tempo stesso, non si sentono di fare quei piccoli sacrifici, ché la maggior parte dei credenti compie per il Signore. Altri, vogliono rimanere lontani da tutto ciò che implica qualsiasi tipo di sacrificio in quanto, ricordano che: "il giusto vivrà per fede" (1), a questo proposito l'epistola di Giacomo è utile per mostrare il rovescio della medaglia. L'apostolo Paolo era disposto al sacrificio, ma al di là di questo, lo Spirito Santo stesso ci esorta a tenere alta la Parola di Dio, a risplendere nel fitto delle tenebre, operando conformemente alla salvezza ottenuta in Cristo. Queste tre azioni sono complementari l'una all'altra in vista di una valida testimonianza cristiana. Il presupposto di queste azioni è unico: "Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, secondo la sua benevolenza", e rappresenta una garanzia di successo per tutto il resto. Oggi come allora, questa deve diventare una realtà tangibile nella vita di ogni credente. Il mondo intorno a noi ha bisogno di luce e noi siamo questa luce; anche se non brilliamo di luce propria ma, riflettiamo quella di Dio in Cristo Gesù (2). Per questo la Sacra Scrittura ci esorta a compiere la nostra salvezza: Iddio opera in noi e noi dobbiamo compiere tutto ciò che Dio ci dà grazia di fare. La nostra fedeltà e perseveranza, tengono alta la Parola di Dio, al di sopra dei compromessi e degli allettamenti di questo mondo, poiché la nostra missione è quella di risplendere, affinché gli uomini vedano le nostre buone opere, ovvero i nostri "piccoli o grandi" sacrifici e glorifichino Iddio (3). Non facciamoci abbagliare dai fuochi fatui del mondo: la vera luce siamo noi! 1) Romani 1:17 2) cfr. 2 Corinzi 4:6 3) cfr. Matteo 5:14, 16
Data: 11/03/2005 Visite: 2964 | |
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